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La crisi dell'unipolarismo statunitense attraverso il filo conduttore dei conflitti mediorientali: dalla fine della Guerra Fredda al nuovo "disordine mondiale", dall'interventismo di Bush al "disimpegno" di Obama. L'indecisione americana di fronte alle rivolte arabe, la problematica campagna contro il cosiddetto Stato Islamico e la crescente impotenza dinanzi all'attivismo militare degli alleati regionali sono segnali inequivocabili di una crisi di leadership da parte degli Usa. Nel frattempo il Medio Oriente diviene il crocevia di tensioni globali: da un lato, il progetto cinese di integrazione eurasiatica insidia l'egemonia statunitense nella regione; dall'altro, il rinnovato clima di "guerra fredda" fra Washington e Mosca si inasprisce con l'intervento russo in Siria. Le preoccupanti crisi mediorientali e la sfida lanciata da Russia e Cina costituiscono i dossier più scottanti sul tavolo del nuovo Presidente americano.